LE SOLUZIONI PASSIVE PER L’EFFICIENZA E IL COMFORT

Il principio, largamente condiviso, che guida il miglioramento delle prestazioni energetiche è conosciuto come “Energy Efficiency First”, cioè la spinta ad intervenire sul costruito con una scala di priorità che parte innanzitutto dal ridurre a monte il fabbisogno energetico degli edifici.
L’attenzione alla progettazione e realizzazione degli elementi passivi dell’edificio, e il loro adattamento al contesto climatico locale, assume quindi un ruolo fondamentale e richiama la necessità di un approccio bioclimatico.

L’involucro edilizio svolge il ruolo determinante di sistema dinamico di filtro ambientale, capace di regolare i flussi di calore, luce e aria: elemento cardine di un processo globale di interazione eco-efficiente con i fattori ambientali naturali.

Le soluzioni di massima efficienza non devono però sacrificare la qualità dell’abitare, concetto ripreso anche nella recente revisione dell’EPBD che richiama la necessità di affiancare agli obiettivi di sola efficienza energetica, maggiori requisiti di benessere e qualità degli ambienti abitati.

In più punti del nuovo testo è indicato che, sia per i nuovi edifici che per le ristrutturazioni “importanti”, si dovranno garantire livelli ottimali di qualità degli ambienti interni, in termini di qualità dell’aria, di comfort termico ed illuminotecnico, di adattamento ai cambiamenti climatici, ma anche di norme di sicurezza per ridurre i rischi di incendio o connessi all’intensa attività sismica dando priorità all’accessibilità per le persone con disabilità.

Una visione più olistica che supera i limiti di un passato recente in cui l’efficientamento energetico degli edifici è stato visto, troppo spesso, come un’azione fine a se stessa e non finalizzata a migliorare la vita dei cittadini.

L’evento riconosce 3 CFP per architetti, geometri, ingegneri e periti. 

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